Il termine “Cannibalismo” indica l’azione di cibarsi di parti di un essere appartenente alla propria specie.
Il termine “Cannibalismo filogenetico” indica l’azione del cibarsi di parti di esseri di altre specie ma vicini alla propria nella scala evolutiva.
La Filogenesi è il processo evolutivo degli organismi viventi (vegetali e animali) dalla loro comparsa sulla Terra a oggi.
“L’ontogenesi (fasi di sviluppo dell’embrione) ripercorre la filogenesi”. Questa è una
frase tipica degli evoluzionisti darwiniani ed indica come nello sviluppo
embrionario sia racchiuso in sintesi tutta la storia della vita sul nostro
pianeta e nell’ordine preciso di progressione dalle forme più semplici a quelle
più complesse fino ad arrivare allo stadio umano di vita.
Indica anche che in questo sviluppo ci sono radici comuni, tronchi comuni, rami comuni e che tutto ciò si traduce in strette affinità fisiche e strutturali fra gli esseri che sono vicini fra loro in questa scala evolutiva.
In questo libro viene spiegato come, attraverso il processo di riconoscimento immunitario, le parti strutturalmente simili di animali diversi, possono creare dei conflitti in chi se ne ciba, che poi possono sfociare in malattie.
In questo lavoro di ricerca l’obiettivo è puntato principalmente sui derivati dei suini, che per la loro notevole affinità genetica con i primati e con l’uomo, possono veicolare malattie devastanti su base autoimmunitaria.
Il numero di patologie che possono essere generate da questi conflitti è ampio ed investe malattie a larga diffusione sia umane che animali fra cui quelle degenerative del Sistema Nervoso Centrale e buona parte di quelle reumatiche, di cui si parlerà diffusamente in questo libro, ma anche di altre metabolico/degenerative il cui inquadramento è frutto di ulteriori personali ricerche ancora in corso.
Argomento, di non secondaria importanza, di questo libro è la spiegazione del ruolo dei vaccini dell’età infantile nel poter veicolare gravi malattie dell’età adulta, quando all’obbligo vaccinale si associa l’abitudine ad un’alimentazione con prodotti animali.
C’è una tendenza da parte di tutti i ricercatori in campo medico-scientifico ad orientarsi verso le teorie infettive o delle alterazioni genetiche, per spiegare la maggior parte delle malattie degenerative dell’uomo e degli animali, che spesso comporta lunghi periodi di stasi nei progressi scientifici, perché non si riesce a vedere sbocchi alternativi. Nel testo vengono presentate e proposte quelle teorie vecchie e nuove che interpretano in modo diverso il processo che porta alla malattia.
Nei vari capitoli e più in particolare negli ultimi vengono presentate malattie in cui il legame col cannibalismo è evidente e riconosciuto ed altre in cui tale legame non è immediatamente rilevabile, ma è possibile metterlo in evidenza se si tiene conto del senso dell’affinità filogenetica applicato all’alimentazione, corredato da importanti riferimenti epidemiologici (Sclerosi multipla, Reumatismo Articolare Acuto, Artrite Reumatoide, malattia di Alzheimer, ecc.).
Nella conclusione verranno dati suggerimenti pratici, sia per scelte personali che di Politica Internazionale per debellare alcune di queste malattie ed in particolare La Malattia di Alzheimer.
Chi può beneficiare delle indicazioni date in questo libro sulla reale prevenzione delle malattie trattate?
In primo luogo
~ 100 milioni di esseri umani
che nei prossimi decenni potrebbero contrarre ed andare incontro a morte per la malattia di Alzheimer.
In secondo luogo
il Mondo Islamico e quello Ebraico
che vedrebbero applicare in tutto il mondo una precisa prescrizione alimentare Biblico-Coranica che riguarda l’astensione dall’uso alimentare del maiale, e che dimostrerebbe a tutti gli uomini che alla base di quelle prescrizioni c’è una saggezza antica e sconosciuta che probabilmente, non potendo essere trasmessa in maniera diretta, in quei tempi, all’umanità, per i suoi livelli di conoscenza ancora primitivi, si avvaleva delle prescrizioni religiose per attuarla e agendo sempre nell’interesse di tutti gli esseri umani.
In terzo luogo
aumenterebbe la quantità di terreno utile per la coltivazione dei cereali, sottraendolo da quello per la coltivazione del foraggio per l’allevamento degli animali, dando un notevole impulso al soddisfacimento dei bisogni alimentari del genere umano
estinguendo così, celermente, l’attuale condizione di morte per fame nel mondo.
Per ultimo
si stimolerebbero le grosse
aziende nazionali e internazionali di allevamento, e le grandi aziende
nazionali e multinazionali della distribuzione alimentare, che usano quantità
industriali di derivati del maiale nei loro prodotti, a modificare, con un
minimo impegno economico, e per una nobilissima causa, i loro cicli produttivi
e rivolgerli verso altri prodotti (soprattutto di origine vegetale), che in
maniera naturale tenderanno a prendere il posto di quelli che per ovvi motivi
spariranno dal mercato alimentare.