martedì 31 agosto 2010

Il sentire dei bambini e la ragione degli adulti



Il bimbo va al supermercato con la famiglia.
Il bimbo vede una bella macchinina e dice al papà: “Papà voglio quella macchinina”.
Il papà risponde: “Non ci sono soldi!”
Il bimbo pensa: “Ma perché mi ha risposto così? Io non gli ho chiesto i soldi! Forse era distratto e non ha capito quello che gli ho detto.”
Il bimbo ripete: “Papà voglio quella macchinina.”
Il papà risponde: “Ti ho già detto che non ci sono i soldi.”
Il bimbo cerca di essere più esplicito: “Papà non ti ho chiesto i soldi. Io voglio quella macchinina.”.
Il papà spazientito risponde adirato: “Ti ho già detto che non ci sono i soldi. Per cui stai zitto o ti mollo un ceffone!”
Variante: “Ti ho già detto che non ci sono i soldi.” Gli dà un ceffone e dice: “Stai zitto!”.
Il bambino sta zitto e piange! E’ perplesso! Non comprende il senso di ciò che è accaduto.
Qual è il nesso fra la macchinina e i soldi? Non ha ancora sviluppato le capacità di astrazione che sono qualità razionali.
Lui sente e vuole.

Riflessione:
Quando un bambino chiede qualcosa, è utile rispondergli usando il suo linguaggio.
Se il bambino vuole una macchinina, e in quel momento non potete accontentarlo, chiedetegli di essere paziente, che avrà la sua macchinina, ma in un altro momento. Il bambino questo lo comprende e si quieta.
Il rifiuto immotivato o astratto, specie se ripetuto, comporta sempre dei problemi nel modo in cui il bambino si rapporterà in seguito con l’ambiente esterno e anche all’interno della stessa famiglia.
Inconsciamente si svilupperà in lui un senso di impotenza nel raggiungere le mete desiderate, perché si aspetterà sempre un rifiuto e una punizione e comincerà a pensare che al mondo c’è solo ingiustizia.
Chi conosce la legge di attrazione si renderà subito conto che questa impostazione lo coinvolgerà in situazioni in cui sarà vittima di ingiustizie: sarà bravo a scuola, ma un compagno meno bravo avrà voti migliori; in graduatoria qualcuno che lo segue gli sarà anteposto, nelle relazioni di coppia la donna(uomo) desiderata(o) sarà di un altro(a), ecc.
Piccoli spunti per genitori consapevoli.
Educare = Prestare attenzione.

domenica 29 agosto 2010

Consigli per futuri genitori - Nei panni di un neonato

Durante i nove mesi di gestazione il prodotto del concepimento (in questo caso umano), vive e cresce in un ambiente protetto: L’utero materno.
Immaginate come possa essere questo ambiente: silenzioso, buio, tiepido, confortevole, raccolto; tutto ciò di cui ha bisogno gli viene offerto senza sforzo.
Si può dire che sia l’atmosfera giusta per chiunque voglia meditare.
E’ un vero ambiente “spirituale”!
In questo stato nel piccolo essere si formano i suoi strumenti di percezione: gli occhi, le orecchie, il tatto, il gusto e l’olfatto, ma non sono ancora “tarati = sensibili a determinate frequenze e intensità”, perché non hanno parametri di riferimento.
Ora immaginate il neonato che lascia questo meraviglioso e confortevole ambiente interno ed entra nel nostro ambiente esterno. E’ proprio un bel trauma!
Si guarda bene dall’aprire subito gli occhi: ne rimarrebbe accecato. E’ molto meglio abituarsi alla luce lentamente filtrandola attraverso le palpebre chiuse. Ciò gli è possibile attuarlo perché ha la facoltà di mantenere chiusi gli occhi, spesso anche di stringerli (Avrete sentito molti genitori dire: “Ma quando apri questi occhi? Ci vede o non ci vede?” e magari gli avvicinano anche una lampada!).
E le orecchie: come si chiudono le orecchie?
Purtroppo per il piccolo nato non c’è protezione!
Immaginate, quindi, con quanta intensità il piccolo neonato percepisca anche un minimo fruscio ed è esperienza comune di quanto possa essere sgradevole un suono di intensità elevata.
Il neonato non ha protezioni per questa sensibilità: non è ancora in grado di alzare le braccia e coprirsi le orecchie con le mani, e facilmente sobbalza ad ogni suono.
Lo stesso vale per il tatto: una minima pressione la percepisce come dolore. Immaginate quanto possa essere dolorosa per il neonato la rituale pacca sui glutei!
Qualche protezione c’è per l’olfatto attraverso le secrezioni nasali, ma anche qui c’è l’abitudine di asportarle man mano che si formano.
L’unico senso che si salva è quello del gusto, almeno quando può attingere al latte materno. E’ caldo al punto giusto, è dolce, sazia. Unico neo: bisogna piangere per averlo!
Questa è la situazione in cui si trova il neonato nei primi giorni (mesi) di vita.

Questa riflessione mi è nata da quando mi sono veramente adirato con un mio nipote acquisito che in presenza del figlio nato da pochi giorni, lo teneva in un ambiente piccolo, soleggiato e soprattutto con lo stereo a tutto volume di una musica fortemente ritmica e lo abbracciava e scuoteva gridandogli: “L’amore di papà”.
Questo bambino crescendo ha sempre avuto problemi di appetito (accettazione), infezioni delle prime vie aeree (oppressione), tonsilliti (induzioni), almeno fino ai cinque anni d’età.

Consigli per i futuri genitori:
L’ambiente ideale per vostro figlio deve riprodurre il più possibile quello da cui proviene: l’utero.
Deve essere soprattutto in penombra e silenzioso. Quindi se potete, almeno finché non apre gli occhi non portatelo in giro col passeggino durante il giorno!
Quando volete manifestare tutta la vostra tenerezza, evitate di stringerlo a voi, piuttosto accarezzatelo delicatamente lungo la schiena. E’ dimostrato scientificamente che le carezze accelerano lo sviluppo del Sistema Nervoso e quindi anche la “taratura” del suo apparato percettivo.
Chiaramente i papà possono fare altrettanto bene delle mamme ed è utile che partecipino attivamente allo sviluppo del piccolo con tutta la tenerezza di cui sono capaci.
Grazie di cuore da parte di tutti i neonati.

giovedì 26 agosto 2010

Educare = Prestare attenzione!





L’educazione di un bambino nei primi anni di vita è orientata all’indicazione, da parte degli educatori, di modelli socialmente accettati che il bambino deve fare propri.
Questo è in aperto contrasto con quello che è lo scopo vero dell’educazione che è chiaramente espresso dall’etimologia del termine.
Educare = Ex Ducere . Indica l’azione del condurre qualcuno dall’interno verso l’esterno. Praticamente identificare le qualità di una persona e svilupparle.
L’opposto di educare è
Indurre = In Ducere  Indica un’azione dall’esterno verso l’interno di far assimilare qualcosa a qualcuno.
Quindi, in pratica, ciò che comunemente si chiama educazione è invece una palese induzione.
L’educazione richiede tempo da dedicare all’osservazione per identificare le qualità specifiche dell’individuo e predisporlo a svilupparle; mentre l’induzione è molto più sbrigativa e consiste solo nel “fai così, senza discutere”.
Un aspetto dell’induzione è “l’aspettativa” di un genitore nei confronti di un figlio: Questi deve corrispondere ad un modello ideale che, o si inserisce in un modo di essere del genitore, o deve primeggiare superando ogni tipo di competizione coi coetanei (praticamente il seme del bullismo!).
Praticamente si insegna al bimbo che nella vita bisogna recitare la parte di un personaggio che non è se stesso, con grande sforzo e consumo di risorse energetiche vitali.  (Impersonare se stessi non richiede sforzo e neppure impiego di energia vitale extra!)
Mia figlia Alessia, un giorno,  uscendo da scuola di chiede” Papà perché non mi rimproveri mai se prendo un voto basso? I papà delle mie compagne, se prendono voti bassi le sgridano e le rimproverano tantissimo!”. Le ho risposto: ”A me interessa solo che tu stia bene e che studi secondo le tue capacità e possibilità e sono felice di aiutarti se me lo chiedi.”.
Pensate solo a quale stress psico-fisico vengono sottoposti i bambini dall’età di sei anni: sette o otto ore di lezioni e studio al giorno! A cui vanno aggiunte le ore di attività “ricreativa” tipo palestra, nuoto, danza, ecc. Se a questo si aggiunge anche l’ansia da prestazione indotta dai genitori, il quadro che ne risulta è davvero patetico.
Siamo a livello di “sfruttamento minorile legalizzato!”.
Per ciò che mi riguarda se mia figlia mi chiede per un giorno di non frequentare la scuola, perché è stanca e vuole dormire, l’accontento volentieri.
La mia esperienza come Medico di famiglia mi ha insegnato che laddove c’è induzione forzata nasce il malassere e la malattia, che solitamente colpisce l’apparato polmonare (l’aria, lo spazio, la libertà, l’oppressione!), o l’apparato digerente [la sottomissione (diarrea), il rifiuto (vomito)], o anche l'orecchio (obblighi, doveri, offese, scherno).

lunedì 16 agosto 2010

Lo chiamano "Il killer silenzioso" ma è solo "colesterolo"!

“Tu ce l’hai il colesterolo?”
“Certo che sì: altrimenti come farei a vivere?”.
In effetti questa sostanza ha garantito la sopravvivenza di tutte le razze animali.
E’ prodotta solo dagli animali: le piante ne sono prive.
Qual è la sua funzione?
E’ il substrato (elemento base) per la produzione di altre sostanze che si chiamano “steroidee”, le quali hanno importantissime funzioni vitali.
Per esempio, gli ormoni della ghiandola surrenale sono steroidi e sono in grado con estrema rapidità di mettere l’individuo in condizione di attacco o fuga in situazioni di pericolo. Essi infatti trasformano tutto in zuccheri, che sono la fonte più ricca e immediata di energia ed inoltre aumentano l’afflusso di sangue agli arti sottraendolo dagli organi interni.
Altre sostanze steroidee importanti sono gli ormoni sessuali, con tutte le implicazioni in rapporto alla procreazione e allo sviluppo di tutti i caratteri sessuali secondari e non solo.
Anche l’impalcatura ossea si avvale dell’intervento di sostanze steroidee, fra cui la vitamina D presente nella pelle.
Anche la parete cellulare, nel suo strato intermedio, si avvale di questa sostanza.
Perché, quindi, una sostanza così importante per la vita, è diventato simbolo di morte nell’immaginario collettivo?
Il perché è da ricercare nell’uso in medicina delle tecniche ecografiche e angiografiche che hanno messo in evidenza una stretta relazione tra livello di colesterolo nel sangue e la presenza delle cosiddette “placche ateromatose” all’interno della parete dei vasi sanguigni.
In seguito a questa scoperta, senza curarsi troppo di quale potesse essere l’origine di questa patologia, ha avuto inizio un intenso lavoro di ricerca, da parte dell’industria farmaceutica, tendente al reperimento di sostanze in grado di contrastare l’aumento di colesterolo nel sangue. Tale ricerca è culminata nella scoperta delle cosiddette “statine”, famiglia farmacologica in continua espansione e che attualmente in campo medico sono diventate quelle più usate per ridurre i livelli di colesterolo.
Ma per quale motivo, ad un certo punto della vita di una persona, il suo fegato, che è l’organo produttore del colesterolo, comincia a produrne di più?
Quella che farò seguire, è una mia interpretazione, basata sull’osservazione clinica dei miei assistiti e da ricerche personali nel campo dell’alimentazione umana.

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Il nostro organismo è una meravigliosa macchina che produce e distribuisce energia ad ognuna delle sue componenti.
Queste componenti sono collegate fra di loro da complessi meccanismi di interconnessione e si autoregolano sulla base delle richieste e dei consumi dell’intero organismo.
E’ implicito che, perché tale processo sia efficace, ci debbano essere dei parametri di base, che rappresentano una specie di mappa mnemonica dei fabbisogni di ogni singolo organismo, a cui ogni organo deve riferirsi per ottimizzare la sua produzione.
Siamo, quindi in presenza di ciò che attualmente viene chiamato “sistema esperto”, cioè un programma che si modella, si perfeziona ed apprende in seguito all’uso.
Il nome che viene dato a questo processo è “bio-feed-back”.
Praticamente tutte le ghiandole endocrini (epifisi, ipofisi, tiroide, pancreas, ovaie, testicoli, surrenali), che sono le centrali di controllo delle funzioni dell’intero organismo, si autoregolano con processi di bio-feed-back.
Il senso di questo processo è mantenere costanti i livelli delle specifiche sostanze circolanti, per cui in carenza ne viene stimolata la produzione, in eccesso la stessa viene bloccata o ridotta.

Il fegato, pur non essendo una ghiandola endocrina, nelle sue funzioni applica il bio-feed-back e in particolare per quel che riguarda il colesterolo.
Abbiamo detto prima che tale molecola è il substrato per la costruzione delle sostanze steroidee, e quindi, la sua produzione è strettamente legata ai cicli produttivi di queste sostanze.
Ogni giorno, quindi, il nostro fegato produce una quantità di colesterolo in rapporto al fabbisogno e alle richieste degli organi produttori di sostanze steroidee.
Tale fabbisogno è abbastanza stabile ed è in accordo con quei parametri di base cui ho accennato sopra.
Condizioni di emergenza o di pericolo possono drasticamente aumentarne il fabbisogno ma strettamente per il tempo necessario a risolvere il problema.
Immaginate di dover fare una corsa: il vostro cuore aumenta la frequenza dei battiti al minuto fino a 2 , 3, 4 volte la norma; ma appena vi fermate comincia il rientro graduale della frequenza fino a quella che è normale per quella persona.
Possiamo, quindi, affermare che la produzione di colesterolo da parte del fegato è quotidianamente il 100% del fabbisogno.

In che modo si può interferire con questo meccanismo di autoregolazione alterando stabilmente in eccesso o in difetto la produzione interna di colesterolo?
Per quel che riguarda la produzione in difetto essa è dovuta a malattie del fegato, tipo cirrosi, che alterano profondamente la normale struttura e funzionalità dell’organo.
Per la produzione in eccesso, a mio parere, l’unico modo possibile è aggiungerlo dall’esterno tramite l’alimentazione.
Se aggiungo colesterolo dall’esterno, e lo faccio con costanza, il livello ematico di questa sostanza aumenta.
Ammettiamo che al 100% iniziale endogeno, si aggiunga l’1% esogeno, col risultato di avere in circolo il 101% di colesterolo. Se questa condizione viene mantenuta per un tempo sufficientemente lungo (mesi o anni), il meccanismo di bio-feed-back interpreta il dato come aumento del fabbisogno e comincia ad attestare la produzione del colesterolo sul 101%.
Continuando coll’apporto esterno e per tempi opportuni quel 101% diventa 102%, quindi 103%, ecc……
Nonostante il continuo aumento della produzione così indotta, il fabbisogno resta pur sempre 100%, per cui il di più tende a depositarsi dando origine a quelle famose “placche ateromatose”, che sono all’origine di malattie cardiocircolatorie gravi, tanto da essere la causa principale di morte sul pianeta (Negli USA circa 700.000 persone muoiono ogni anno per queste malattie).
Per contrastare questi effetti deleteri dell’eccesso di colesterolo viene proposta solo una strategia farmacologica.
Nel tempo si sono sperimentate varie sostanze, ma quelle che hanno riscosso i maggiori consensi sono state le “statine”, che attualmente sono le più utilizzate.
La loro azione consiste nell'inibizione della produzione di colesterolo da parte del fegato.
Tale meccanismo se in tempi brevi sembra efficace (prevenzione di eventi ischemici acuti del cuore), a lungo termine dimostra tutti i suoi limiti.
Parlerò qui di seguito degli effetti e complicanze dell'uso delle statine e delle mie proposte per ripristinare in maniera naturale e senza farmaci il normale livello di questa meravigliosa e importante sostanza vitale.


Considerazioni sulle “statine”

Quello che segue è stato estratto da un articolo del Dr. Attilio Speciani, pubblicato sul sito “Eurosalus”
Numerosi ricercatori hanno evidenziato le interferenze negative delle statine sulla funzione muscolare in genere e su quella del cuore in particolare.
Alcuni arrivano a calcolare che i vantaggi offerti dalle statine in termini di riduzione di infarti, siano abbondantemente superati dal fatto che questi farmaci sarebbero tra i maggiori responsabili della epidemia mondiale di insufficienza cardiaca congestizia (o cronica) che è andata crescendo nel mondo in modo strettamente proporzionale all'uso delle statine, supportate in modo potente dalle industrie di produzione dei farmaci.
Vale la pena di ricordare che le statine sono il gruppo farmacologico in assoluto più venduto nel mondo, con livelli di fatturato enorme, e che la azione tossicologica delle statine sul muscolo è già nota e ha provocato numerosi decessi e il ritiro dal mercato di alcune statine.
I lavori scientifici sono numerosi: tra i vari citiamo quello dell'inglese Hargreaves IP (Drug Saf. 005;28(8):659-76) e quello del gruppo statunitense di Albuquerque (Nawarskas JJ. Cardiol Rev. 2005 Mar-apr;13(2):76-9). In questi lavori viene documentata la carenza di Ubichinone (o Coenzima Q10) nei tessuti di chi viene trattato con statine.
Secondo i lavori di Golomb BA (Expert Opin Drug Saf. 2005 May;4(3):389-97) le persone più esposte alla carenza di coenzima Q10 sono gli anziani, e probabilmente molti dei danni vascolari che si verificano in queste persone vengono riferiti all'età che avanza, mentre probabilmente si tratta di effetti legati ai farmaci.
Tutti i lavori scientifici esaltano gli effetti positivi delle statine sulle malattie cardiovascolari acute (infarti) ma nessuno considera invece la possibilità che questo tipo di terapia determini altri danni, sempre di tipo cardiologico, ma diversi.
Segnaliamo, a beneficio di tutti, che dopo i 65 anni (e forse anche prima) chi ha il colesterolo alto non ha alcun bisogno di assumere farmaci.

Estratto da albanesi.it
La scoperta delle principali funzioni del Q10 fruttò a P. Mitchell il premio Nobel per la medicina nel 1978. Nelle cellule si trova nei mitocondri e nella parte più interna delle membrane, mentre in natura è contenuto nella carne, nel pesce, nei cereali, nella soia, nelle noci, nei vegetali (i vegetariani hanno un livello ematico di Q10 mediamente più alto). Il Q10 è sintetizzato dal nostro organismo, ma la sua produzione diminuisce con l'età. Il fabbisogno giornaliero si stima essere di 5 mg, mentre l'integrazione consigliata per chi supera i 35-40 anni è di 50 mg al giorno. Poiché HMG-CoA riduttasi che interviene nella sintesi del colesterolo interviene anche nella sintesi del Q10, chi è sottoposto a cure per ridurre la colesterolemia (statine) può avere una riduzione dei valori di coenzima.
In questi articoli non si parla dell’effetto che una riduzione farmacologicamente indotta del colesterolo può comportare sull’economia globale del nostro organismo.
Ritorniamo alle percentuali di cui sopra.
L’inibizione della produzione del colesterolo può portare il suo valore ematologico al 97% del fabbisogno, ma questo rimane pur sempre al 100%. Quindi tutti gli organi che usano il colesterolo come substrato per la produzione di sostanze steroidee potranno usufruirne di una quantità ridotta con relativa diminuzione della propria produzione.
Nel tempo ci troveremo, quindi, di fronte ad una multi-ipofunzione endocrina con tutte le conseguenze che ciò comporterà sullo stato di benessere dell’individuo.
Di questo, come di tanti altri problemi in campo medico, la soluzione va ricercata nell’individuazione della causa principale che ha determinato la serie di eventi che porta alla malattia.
In questo caso la causa principale è l’introduzione di colesterolo esogeno che innesca il meccanismo di bio-feedback che porta alla formazione delle placche ateromatose; per cui eliminando l’apporto esterno di colesterolo abbiamo una reale possibilità di ripristinare i normali valori ematici di questa sostanza.
Perché questo funzioni si richiede che adesione all’eliminazione del colesterolo con l’alimentazione sia totale e prolungata nel tempo.
Come dire che mangiare un uovo o un pezzo di formaggio o una fetta di carne alla settimana è un sacrificio inutile perché continua a sostenere la memoria del meccanismo di bio-feedback, che come è lento ad apprendere lo è ugualmente a disapprendere.
L’alimentazione più corretta per conservare nel tempo uno stato di benessere ottimale è quella a base dei prodotti che Madre Terra ci offre (e sono tantissimi!).
Se si vuole, la placca ateromatosa, legata all’uso di prodotti di provenienza animale, può rappresentare il modo naturale per ripristinare uno stato di equilibrio: gli animali restituiscono agli uomini ciò che da essi hanno ricevuto: LA MORTE!

lunedì 9 agosto 2010

Gesù e il cane morto - Importanza dell'attenzione positiva

Si dice: "Il mondo è cattivo!"
Ogni giorno ci sono delitti di ogni tipo a cui viene data enfasi.
"Non fare...., non andare....., non frequentare....., " sono le raccomandazioni che si danno ai figli.

C'è un aneddoto, non canonico, che riguarda la vita di Gesù.
Si racconta che un giorno Gesù camminava per una strada di campagna discorrendo coi suoi discepoli.
Lungo il percorso incontrano la carogna di un cane ed i suoi discepoli a quella vista girano la testa con disgusto.
Gesù, invece, si sofferma e dice: "Che meravigliosa dentatura aveva quel cane!"
Era riuscito a vedere l'unica cosa bella presente nel putridume della morte!

Riflessione:

La nostra visione del mondo è esattamente lo specchio di ciò su cui focalizziamo la nostra attenzione.
Se ci focalizziamo sui delitti, il mondo ne sarà pieno.
Se ci focalizziamo sulle malattie, ne sarà sommerso.
Se ci focalizziamo sulle carestie, la terra si inaridirà.

Come potrebbe essere il mondo, se come Gesù, ci focalizzazzimo su ciò che di bello esso esprime?

Bellezza, salute, abbondanza, amicizia!

Questo è uno dei più bei messaggi che egli ci ha lasciato e la ricerca del bello è diventata parte integrante del mio quotidiano.

Risorse utili

Anagrafe e Malattia

Anagrafe e Malattia Anagrafe. [dal gr. ἀναγραϕή «registro»]. – Registro della popolazione destinato, in ogni comune, a documentare lo...

Lavori in corso ....../Working progress.....

Lavori in corso ....../Working progress.....

Lavori completati e pubblicati

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Doni dell'Energia Reiki

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Informazioni personali

La mia foto
Nato a Castellana Grotte (BA) nel 1951 Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1979 presso l’Università degli Studi di Parma Dal 1984 esercita la Professione di Medico di Medicina Generale in Casamassima (BA). Nel 1985 si iscrive al Corso Biennale di Omeopatia indetto nella Città di Bari dalle Scuole di Medicina Omeopatica “Mattioli-Palmieri” di Firenze, conseguendone l’Attestato nel 1987. Dal 1997 è attivo nell’informazione sulla integrazione alimentare da fonti naturali (e non da preparazioni chimico-farmaceutiche), quale supporto indispensabile al miglioramento e mantenimento dello stato di salute psico-fisico dell’individuo. Nel 2001 si avvicina allo studio e alla pratica delle tecniche di guarigione naturali del Reiki, percorrendone l’intero iter formativo fino alla qualifica di Usui Reiki Master, di Karuna Reiki® Master, e completando la formazione nelle tecniche giapponesi originali dell’Usui Ryoho Gakkai presso la Scuola Free Reiki® di Padova. Il lavoro di ricerca continua acquisendo la conoscenza di nuove tecniche fra cui EFT, Coaching, ed altre in via di sviluppo, sempre con l'obiettivo di ripristinare lo stato di benessere nelle persone che lo richiedono.

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