Normalmente ciò che appare è quella parte della realtà che cade nel raggio di un riflettore puntato su ciò che si vuole evidenziare. Ciò che resta nel buio è ignorato o si vuole che sia ignorato.
In questi studi, senz'altro molto utili per evidenziare le distorsioni imposte dalle aziende produttrici per vendere i propri prodotti, viene (volutamente?) trascurato l'elemento più importante che regge tutta la distribuzione degli stessi:
Il Latte
Chi ha più di 50 anni, ricorderà l'ossessione di Peppino De Filippo nel film Boccaccio '70, nell'episodio di Federico Fellini "Le tentazioni del Dottor Antonio", con una musichetta molto orecchiabile e col ritornello:
"Bevete più latte; il latte fa bene, il latte conviene ....."
Quando da più parti si afferma che una cosa fa bene ed è conveniente, la gente tende a mettere da parte il proprio senso critico e ad accettare il dato proposto come verità assoluta.
In realtà il latte è un alimento utile solo per la specie animale per cui è stato creato e solo per le prime fasi di vita dello stesso, oltre i quali ogni essere deve attingere il proprio cibo dall'ambiente esterno e secondo le proprie predisposizioni naturali. Continuare l'alimentazione con questo elemento o con i suoi derivati comporta solo danni che purtroppo ogni anno genera più decessi che un conflitto bellico, oltre che sottrarre terreno utile alla coltivazione di cereali (che debellerebbe la fame nel mondo!) per la produzione di foraggio per l'allevamento dei mammiferi produttori di latte (mucche, capre, pecore, bufale, ecc.).
Se proprio i vostri figli non possono fare a meno di questo liquido bianco almeno proponetene loro uno alternativo di origine vegetale (latte di soia, di riso, d'avena) che, edulcolati con miele (possibilmente integrale!) e con l'aggiunta di cacao amaro, lo rende ugualmente appetibile senza esporli ad inutili effetti deleteri, fra cui la tendenza alle dermatini, all'asma, alle recidivanti infezioni delle vie aeree, ai dismicrobismi intestinali, e ad altre malattie che interessano i nostri sistemi naturali di eliminazione; e se proprio vogliono vedere qualcosa che galleggi in questo liquido caldo, rieducate il loro gusto con del buon pane integrale, che nel tempo diverrà il ponte verso la frutta e gli altri vegetali che normalmente difettano nell'alimentazione dei bambini.
Roma, 26 ott. 2009 (Adnkronos Salute) - Più salati delle patatine o con più zucchero di una ciambella. Alcuni cereali per la prima colazione destinati ai bambini finiscono sotto accusa per il loro contenuto nutrizionale. Mangiare una ciambella, agli occhi di mamma e papà di gran lunga più grassa, non farebbe alcuna differenza stando a uno studio realizzato da ricercatori della Yale University per il programma Dispatches di Channel 4.
Nella 'lista nera' destinata a far saltare dalla sedia i genitori più attenti alla linea della prole, i Frosties della Kellogg's, con 11,1 grammi di zuccheri ogni 30 grammi di prodotto, l'equivalente di appena tre cucchiai per una piccola tazza di latte. Mentre per la stessa quantità di cereali, i Cookie Crisp della Nestle contano ben 10.59 grammi di zuccheri.
Più o meno stesso discorso per gli Honey Cherrios, i Sugar Puffs, i Coco Pops e gli Honey Loops.
Una ciambella, la leccornia amatissima da Homer Simpson, contiene 8,6 grammi di zuccheri: a sorpresa, dunque, risulta più leggera dei cereali sotto accusa, scelti da mamma e papà anche per tenere a freno l'ago della bilancia.
Secondo molti addetti ai lavori, alimenti apparentemente sani starebbero contribuendo all'epidemia di obesità e chili di troppo che divampa anche tra i piccoli. Se il trend non verrà fermato, due terzi dei giovanissimi nel 2050 saranno 'over-size' o in sovrappeso.