domenica 17 aprile 2011

Studio rivela, alcuni cereali per bimbi peggio di ciambella o patatine


Normalmente ciò che appare è quella parte della realtà che cade nel raggio di un riflettore puntato su ciò che si vuole evidenziare. Ciò che resta nel buio è ignorato o si vuole che sia ignorato. 
In questi studi, senz'altro molto utili per evidenziare le distorsioni imposte dalle aziende produttrici per vendere i propri prodotti, viene (volutamente?) trascurato l'elemento più importante che regge tutta la distribuzione degli stessi:
Il Latte

Chi ha più di 50 anni, ricorderà l'ossessione di Peppino De Filippo nel film Boccaccio '70, nell'episodio di Federico Fellini "Le tentazioni del Dottor Antonio", con una musichetta molto orecchiabile e col ritornello:
"Bevete più latte; il latte fa bene, il latte conviene ....."
 Quando da più parti si afferma che una cosa fa bene ed è conveniente, la gente tende a mettere da parte il proprio senso critico e ad accettare il dato proposto come verità assoluta. 
In realtà il latte è un alimento utile solo per la specie animale per cui è stato creato e solo per le prime fasi di vita dello stesso, oltre i quali ogni essere deve attingere il proprio cibo dall'ambiente esterno e secondo le proprie predisposizioni naturali. Continuare l'alimentazione con questo elemento o con i suoi derivati comporta solo danni che purtroppo ogni anno genera più decessi che un conflitto bellico, oltre che sottrarre terreno utile alla coltivazione di cereali (che debellerebbe la fame nel mondo!) per la produzione di foraggio per l'allevamento dei mammiferi produttori di latte (mucche, capre, pecore, bufale, ecc.). 
Se proprio i vostri figli non possono fare a meno di questo liquido bianco almeno proponetene loro uno alternativo di origine vegetale (latte di soia, di riso, d'avena) che, edulcolati con miele (possibilmente integrale!) e con l'aggiunta di cacao amaro, lo rende ugualmente appetibile senza esporli ad inutili effetti deleteri, fra cui la tendenza alle dermatini, all'asma, alle recidivanti infezioni delle vie aeree, ai dismicrobismi intestinali, e ad altre malattie che interessano i nostri sistemi naturali di eliminazione; e se proprio vogliono vedere qualcosa che galleggi in questo liquido caldo, rieducate il loro gusto con del buon pane integrale, che nel tempo diverrà il ponte verso la frutta e gli altri vegetali che normalmente difettano nell'alimentazione dei bambini.

Roma, 26 ott. 2009 (Adnkronos Salute) - Più salati delle patatine o con più zucchero di una ciambella. Alcuni cereali per la prima colazione destinati ai bambini finiscono sotto accusa per il loro contenuto nutrizionale. Mangiare una ciambella, agli occhi di mamma e papà di gran lunga più grassa, non farebbe alcuna differenza stando a uno studio realizzato da ricercatori della Yale University per il programma Dispatches di Channel 4.
Nella 'lista nera' destinata a far saltare dalla sedia i genitori più attenti alla linea della prole, i Frosties della Kellogg's, con 11,1 grammi di zuccheri ogni 30 grammi di prodotto, l'equivalente di appena tre cucchiai per una piccola tazza di latte. Mentre per la stessa quantità di cereali, i Cookie Crisp della Nestle contano ben 10.59 grammi di zuccheri.
Più o meno stesso discorso per gli Honey Cherrios, i Sugar Puffs, i Coco Pops e gli Honey Loops.
Una ciambella, la leccornia amatissima da Homer Simpson, contiene 8,6 grammi di zuccheri: a sorpresa, dunque, risulta più leggera dei cereali sotto accusa, scelti da mamma e papà anche per tenere a freno l'ago della bilancia.
Secondo molti addetti ai lavori, alimenti apparentemente sani starebbero contribuendo all'epidemia di obesità e chili di troppo che divampa anche tra i piccoli. Se il trend non verrà fermato, due terzi dei giovanissimi nel 2050 saranno 'over-size' o in sovrappeso.

domenica 10 aprile 2011

I Medici di Medicina Generale (MMG) tra l’incudine e il martello.


Dall’analisi dell’ Accordo Collettivo Nazionale per  i MMG, ho potuto notare come finora nessuno si sia interessato della palese contraddizione esistente fra quello che è la base ispiratrice della Professione Medica (Il Giuramento d’Ippocrate, sia nella versione antica sia nella moderna) e gli obblighi legali dei Medici Convenzionati col SSN (Sistema Sanitario Nazionale).
Sembra che sia La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) sia le varie Sigle Sindacali che hanno sottoscritto tale accordo, abbiano sorvolato (Per distrazione o deliberatamente?) su queste questioni di principio.
Per questo chiedo ai diretti interessati: Che senso ha mantenere in piedi una tradizione, se poi la si calpesta deliberatamente?
Il primo e l’ultimo enunciato del moderno giuramento (2007) è in netto contrasto con alcuni degli enunciati del comma 4 lett. b) e c) dell’Art. 45 dell’ACN MMG 2005, che investono le credenze religiose (come dire, per esempio, che ai Testimoni di Geova è interdetta l'iscrizione alla Medicina di Base, poichè essi non possono ottemperare all'obbligo di diffondere la cultura della donazione di sangue e derivati!) e i  concetti di benessere e salute che ogni medico trasmette ai propri assistiti in piena scienza e coscienza!

N.B.: Ho riportato in grassetto e corsivo gli enunciati in netto contrasto con le disposizioni dell'ACN MMG.


Il giuramento d’Ippocrate
Giuramento antico
« Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dei tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest'arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.
Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte.
 Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.
Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.
E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato dagli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.»

Giuramento moderno
Il giuramento, nella forma qui sotto riportata, è stato deliberato dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri il 23 marzo 2007[3]. La versione precedente risaliva al 1998[4].
« Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
  • di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
  • di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
  • di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
  • di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
  • di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
  • di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;
  • di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
  • di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
  • di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;
  • di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
  • di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
  • di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
  • di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;
  • di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
  • di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione. »

Accordo Collettivo Nazionale per i Medici di Medicina Generale (2005)

Articolo 45 - Compiti del Medico

[…]
4. Sono, inoltre, obblighi e compiti del medico:
a) l’adesione alle sperimentazioni delle équipes territoriali di cui all’art. 26;
b) lo sviluppo e la diffusione della cultura sanitaria e della conoscenza del Servizio Sanitario Nazionale nonché del corretto uso del farmaco nell’ambito della quotidiana attività assistenziale, fatta salva la partecipazione a specifici progetti concordati a livello regionale e/o aziendale, nei confronti dei cittadini attraverso la loro sensibilizzazione alle tematiche concernenti in particolare:
• l’osservanza di comportamenti e stili di vita positivi per la salute;
• la donazione di sangue, plasma e organi;
• la cultura dei trapianti;
• il sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e il regime delle esenzioni;
• l’esenzione dalla partecipazione alla spesa in relazione a particolari condizioni di malattia;
• la necessità di un uso appropriato delle risorse messe a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale;
c) l’obbligo di effettuazione delle vaccinazioni antinfluenzali nell’ambito di campagne vaccinali rivolte a tutta la popolazione a rischio, promosse ed organizzate dalle Aziende, con modalità concordate; [...]


Cultura fa bene a cervello - Memoria a prova d'invecchiamento


Roma, 7 feb. (Adnkronos Salute) - La cultura è il miglior farmaco per il cervello. Nuovi dati dimostrano infatti che per tenere in forma e in salute la mente bisogna allenarla, soprattutto migliorando il proprio livello di istruzione. Una ricerca dell'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma ha documentato l'effetto positivo dello studio sull'integrità del cervello, sia dal punto di vista strutturale che funzionale, in particolare dell'ippocampo, con vantaggio della memoria. Al grado di istruzione scolastico vanno aggiunte le attività svolte durante l'arco della vita, nonché il tipo di lavoro, l'impegno mentale quotidiano e le attività ricreative: è l'insieme di questi fattori che ha un effetto protettivo del nostro cervello. Lo studio, tutto italiano, si è guadagnato la copertina della rivista internazionale sulle neuro-immagini 'Human Brain Mapping'. Un'accreditata teoria - quella della riserva neuronale - da tempo sostiene che un individuo maggiormente scolarizzato e con un più alto livello di istruzione, quindi più impegnato mentalmente, è in grado di creare una sorta di riserva cognitiva che protegge il cervello dai danni causati dai processi legati all'invecchiamento, come accade nella malattia di Alzheimer. In altri termini, l'allenamento allo studio e il livello culturale permetterebbero di accumulare un 'patrimonio' mentale più ingente (sia da un punto di vista della struttura cerebrale che da quello dei contenuti), che poi viene eroso più lentamente dai fenomeni legati all'invecchiamento cerebrale fisiologico e patologico. Tuttavia, la ricerca svolta in questo settore finora aveva sempre avuto il limite di fornire una misura piuttosto grezza di questa riserva di 'giovinezza mentale', limitandosi solitamente a valutare l'intero volume cerebrale. Inoltre, non era stata localizzata con precisione l'area in cui agisce il processo protettivo.
Ora la ricerca della Fondazione Santa Lucia, utilizzando la tecnica di risonanza magnetica denominata Diffusion Tensor Imaging (DTI), ha finalmente contribuito a fare luce su questi punti ancora oscuri. Per l'indagine sono state reclutate 150 persone sane di età compresa tra i 18 e i 65 anni ed è stato chiesto loro di eseguire un complesso e innovativo esame con risonanza magnetica ad alto campo (3 tesla) che permette la misurazione di fini variazioni strutturali dei tessuti cerebrali. Uno dei parametri che è stato possibile estrarre analizzando le immagini così ottenute è la mean diffusivity, una misura del movimento delle molecole d'acqua all'interno del cervello che può essere considerata un indice qualitativo della struttura cerebrale. Dai risultati è emersa una correlazione tra questo parametro e gli anni di istruzione scolastica. Le persone con un alto livello di studio hanno mostrato una maggiore compattezza strutturale nell'ippocampo. Tale area del cervello, situata nella parte mediale del lobo temporale, svolge un ruolo fondamentale nei processi di memoria a lungo termine ed è una delle prime strutture a degradarsi durante le fasi iniziali della malattia di Alzheimer. "Per la prima volta siamo riusciti a determinare il luogo all'interno del cervello in cui una più ricca attività mentale avvia dei meccanismi protettivi nei confronti della neuro-degenerazione", spiega lo psichiatra Gianfranco Spalletta che ha coordinato lo studio. "Il nostro lavoro conferma in modo chiaro quello che nel mondo scientifico viene ripetuto da anni: studiare e stimolare la mente allena il cervello e lo mantiene giovane", sottolinea Fabrizio Piras, psicologo e ricercatore. "Tutto ciò ci conforta - aggiunge Carlo Caltagirone, neurologo e psichiatra - perché ci permette di avere una posizione realisticamente meno nichilista e di non ritenere ineluttabile la decadenza cognitiva, anche nei confronti di eventi come l'invecchiamento del cervello e delle malattie neuro-degenerative, compresa la demenza di Alzheimer. Come si è visto, allenare con lo studio il cervello e la mente gioca un ruolo non secondario nella capacità di resistenza all'invecchiamento naturale e alle patologie neuro-degenerative".

martedì 5 aprile 2011

Open space games may protect children from short sightedness


 
New York: Researchers have demonstrated that when children play regularly in the open air than they will have fewer chances to be affected from short sightedness compared to children of the same age who prefer playing indoors.
Several studies have been conducted from the Optometry and Vision Science Journal and scientists have shown that children will have a better vision from distance if they will spend more time outdoor instead of staying indoor.
Reasons for this are still unclear but this happening, they believe, it is not related to the quality and quantity of exercises while the exposition to the sun light can play an important role
Moreover, staying outdoor kids are forced focusing on distant objects and, other studies carried out on animals, suggested that this may influence the development of the eye helping to prevent the beginning of the short sightedness.

By the way, the new researches haven’t still demonstrated how looking at close objects such as books or PCs may increase the development of this vision defect.

Dr. Jane Gwiazda e Li Deng of the New England College of Optometry of Boston have conducted a study with 13 years old children as the scientists wanted to check their sight during a period of time; 191 parents have answered a questionnaire where they reported the measured sight for their kids every year over a period of time.

The researchers have discovered that children with short sight usually spend around 8 hours outdoor in a week compared to children without vision defect spending approximately 13 hours.

Children with short sight also were prone to watch more TV while it hasn’t still found a relation between this sight defect with the time spent on reading, studying or using a PC.

In Austrialia and Singapore, other 2 independent studies have found a similar relation between time spent outdoor and reduced short sight problem.

Traduzione della D.ssa Ing. Amy Longo

Risorse utili

Anagrafe e Malattia

Anagrafe e Malattia Anagrafe. [dal gr. ἀναγραϕή «registro»]. – Registro della popolazione destinato, in ogni comune, a documentare lo...

Lavori in corso ....../Working progress.....

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Lavori completati e pubblicati

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Doni dell'Energia Reiki

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Informazioni personali

La mia foto
Nato a Castellana Grotte (BA) nel 1951 Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1979 presso l’Università degli Studi di Parma Dal 1984 esercita la Professione di Medico di Medicina Generale in Casamassima (BA). Nel 1985 si iscrive al Corso Biennale di Omeopatia indetto nella Città di Bari dalle Scuole di Medicina Omeopatica “Mattioli-Palmieri” di Firenze, conseguendone l’Attestato nel 1987. Dal 1997 è attivo nell’informazione sulla integrazione alimentare da fonti naturali (e non da preparazioni chimico-farmaceutiche), quale supporto indispensabile al miglioramento e mantenimento dello stato di salute psico-fisico dell’individuo. Nel 2001 si avvicina allo studio e alla pratica delle tecniche di guarigione naturali del Reiki, percorrendone l’intero iter formativo fino alla qualifica di Usui Reiki Master, di Karuna Reiki® Master, e completando la formazione nelle tecniche giapponesi originali dell’Usui Ryoho Gakkai presso la Scuola Free Reiki® di Padova. Il lavoro di ricerca continua acquisendo la conoscenza di nuove tecniche fra cui EFT, Coaching, ed altre in via di sviluppo, sempre con l'obiettivo di ripristinare lo stato di benessere nelle persone che lo richiedono.

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