Anagrafe e
Malattia
Anagrafe.
[dal gr. ἀναγραϕή «registro»]. – Registro della popolazione destinato, in ogni
comune, a documentare lo stato numerico della popolazione stabile e fluttuante
e i mutamenti che in essa si verificano per cause naturali e civili (nascita,
matrimonio, morte, emigrazione, professione, ecc.).
Malattia. II termine deriva da quello
di "malato", che a sua
volta proviene dal latino "male
aptus" traducibile in “malconcio – malmesso”, e da: male-actio = mala-azione = alterazione
dello stato di benessere indotto da azione errata del soggetto.
Questi due termini che fino a pochi
decenni fa viaggiavano paralleli, poiché uno interessava l’aspetto pubblico e
l’altro quello privato dell’individuo, attualmente si sono incontrati, nel
senso che il secondo è stato riassorbito nel primo. La causa di questa fusione è da ricercare nel riconoscimento, da
parte del Sistema Sanitario, di una indennità (invalidità) o una agevolazione
(esenzione ticket!) alle persone affette da determinate patologie che quindi
devono essere rese pubbliche. A loro volta le persone affette da determinate
patologie si sono riunite in Associazioni dedicate, sempre con lo scopo di
raccogliere fondi da investire in ricerca per trovare soluzioni al loro
problema patologico.
E’ interessante
notare come questo movimento istituzionale sia stato in grado di generare
un’altra anagrafe: quella della MALATTIA, resa accessibile a tutti (ma
apparentemente disponibile solo per le strutture sanitarie e i loro operatori) tramite
il cosiddetto Fascicolo Sanitario Elettronico, di prossima introduzione
obbligatoria.
La conseguenza più importante di questa innovazione è
l’identificazione dell’individuo nella malattia, che quindi da essere
un’apposizione esterna ed estranea, diventa parte integrante dell’essere umano.
Per esempio ora non si dice più: “Io ho l’ipertensione, il diabete, la
cardiopatia, ecc.”, bensì “Io sono iperteso, diabetico, cardiopatico, ecc.”. Questo
comporta un importante passaggio fra ‘avere’ e ‘essere’. Se io ‘ho’ qualcosa posso
anche decidere di liberarmene; se io ‘sono’ qualcosa allora conservo a vita
questa identità, come il nome e cognome che mi è stato attribuito alla nascita.
E’ chiaro che questa impostazione viene sostenuta da chi ha interesse a far sì
che le persone restino nello stato di malattia.
L’invito che
posso fare a tutti è quello di impegnarsi nel liberarsi dall’identità colla
malattia e di focalizzarsi sulla salute unico vero stato naturale dell’essere!
Cosimo
Bagnulo con la collaborazione di Rita Garau
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