La “mancanza”: origine di tutti i mali!
La natura dell’Universo è “Abbondanza”, per cui in esso c’è sempre tutto ciò di cui pensiamo d’aver bisogno.
C’è un autore che è vissuto circa un secolo fa e che si chiamava
Wallace D. Wattles (1860 – 1911) che nel suo libro “
La scienza del diventare ricchi”, afferma che […] se anche tutto l’oro presente nelle miniere del nostro pianeta fosse preso dagli uomini e ce ne fosse ancora richiesta, l’universo si adopererebbe per produrne dell’altro.
Michael Bernard Beckwith (progressista transreligioso non allineato)
[…]ci sono cose in abbondanza per tutti.
Nella mente dell'umanità c'è una bugia che agisce come un virus. Questa bugia dice: «Non ci sono cose buone a sufficienza per tutti. C'è carenza e ci sono limiti, e le cose non bastano». E per via di questa bugia la gente vive nella paura, nell' avidità, nell' avarizia, e quei pensieri di paura, avidità, avarizia e carenza diventano la sua esperienza. Quindi il mondo ha preso una pastiglia che ha popolato di incubi i suoi sonni. La verità è che c'è abbondanza di cose buone. Ci sono idee creative, potere, amore e gioia in abbondanza. Una mente consapevole della propria natura infinita comincia a rendersene conto.
Tutto questo per indicare che il concetto di “mancanza” è pura illusione, proprio quella che le filosofie indiane chiamano “Il velo di Maya”.
Il termine Maya indica più precisamente l’idea di separazione, di mancanza di unità. Per cui sollevando il velo si (s)vela la sostanziale unità di tutte le cose e quindi l’assurdità di ogni forma di competizione, contrapposizione, appropriazione, sottrazione, in quanto c’è tutto per tutti.
E’ interessante notare anche che la stessa parola anagrammata in Yama indichi l’idea della morte come mancanza della vita, anche qui intesa come pura illusione, in quanto nell’Universo tutto è vita.
Nella nostra tradizione occidentale il concetto di “mancanza” viene incarnato dalla figura di Lucifero.
La storia riportata dalla Bibbia cristiana e dagli scritti dei Padri della Chiesa, è che in origine Lucifero fosse l'Arcangelo più bello, più splendente e più vicino a Dio, chiamato quindi Lucifero ("portatore di luce"), che però, proprio per questa sua vicinanza, credette d'essere non solo come Dio, ma più potente dell'Onnipotente stesso, peccando così di superbia e ribellandosi al volere di Dio (come è scritto: "Similis ero Altissimo", cioè "Sarò simile all'Altissimo", Isaia, 14,14).
Ciò che emerge da questa storia è che, nonostante avesse tutto, Lucifero aspirasse ad una cosa che non gli apparteneva: Il posto del suo creatore. Quindi viveva la mancanza del Trono di Dio, e ciò offuscò la sua visione e passando dall’assoluto presente al relativo temporale ["Sarò (futuro) simile all'Altissimo"], pose di fatto la premessa della sua separazione entrando nel mondo dell’illusione (precipitò sulla Terra) portando con sé il germe della separazione che diffonde fra gli uomini diventando “Il Diavolo” che significa “colui che separa”.
La Bibbia fa risalire quest’azione separatoria luciferica proprio agli albori della umanità attraverso il Mito di Adamo, Eva, il serpente e l’albero. Anche qui si ritrova l’illusione di un potere che manca e che può essere conquistato attraverso il frutto dell’albero. L’epilogo è lo stesso: si abbandona l’abbondanza del Giardino di Eden, per entrare nel deserto del mondo con le sue privazioni.
Da tutto ciò emerge che la vera causa di tutti i mali della nostra vita nasce dall’idea della mancanza e della separazione.
Ci muoviamo verso ciò che ci manca, prendendo le distanze da chi potenzialmente possa concorrere con noi nell’ottenerlo = Il seme della Guerra.
Se ci pensate c’è una corsa all’accaparramento di qualsiasi cosa, che non necessariamente ci serve e che spesso sarà accantonata e diventerà un inutile zavorra che passa da un luogo all’altro inutilizzata.
Questo è ciò che intendo quando affermo che ciò che richiede sforzo e lotta non mi appartiene e che potenzialmente lo sto sottraendo ad un altro che lo sta ricercando. Inoltre questa impostazione mi fa realmente vivere “diabolicamente”, quindi pieno di paure per la sottrazione, con il sospetto verso tutto e tutti, barricandomi in casa trasformando un luogo di serenità in una prigione, e per la Legge di Attrazione, richiamare ciò che più temo.
Questo non vuol dire che colui il quale ricerca la cosa conquistata da un altro non possa ugualmente ottenerla, ma semplicemente afferma che se il desiderio è sincero e l’oggetto del desiderio è veramente suo, gli arriverà ugualmente seguendo altre vie, poiché è nella natura stessa dell’universo l’abbondanza, il tutto per tutti.
Conclusione:
La vera crescita spirituale consiste nell’eliminare dal nostro cuore e dalla nostra mente ogni idea di separazione e di mancanza e nel saper riconoscere che l’universo è abbondante come ci dice il seguente salmo di David:
23 (22)
1Salmo. Di Davide.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
2su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
3Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
4Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
5Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
6Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.